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17.10.78
Climaterico e improbabile
sotteso nell’inconscio
il pronto referto clinico
si impantanò in un cerchio.
Lo districarono a fatica
col laser della memoria
falsificando gli addendi
della mitologia della storia.
Dopo questa avventura
viste negletto e adespoto
sempre con la paura
di una crisi di rigetto.
Un giorno che pioveva a dirotto
incontrò passeggiando
una giovane iterazione
e l’amore sboccio.
Andarono ad abitare
vicino alla stazione.
24.10.78
Lohengrin diventa amico
di un geco.
Passeggiano per un bosco.
Il colore fosco dell’aria
li sgomenta.
Arriva un epiornite
tutto odoroso di menta.
Portato dalla luce di un’onda
si arena sulla sponda destra del fiume
e al lume di una rosa
comincia a leggere il vangelo.
Lohengrin tace e ascolta, intanto il geco
si è fermato per telefonare
alla frequenza dell’immagine
che abita nei dintorni.
Costei li invita a cena.
Ottimi gli antipasti e la carne
ma il budino di cioccolato
non era lievitato
stava li moscio e faceva pena.
E per una cena raffinata è stato un peccato.
Anche il geco si è seccato.
10.11.78
Arriviamo di volata
alla fine della giornata. Che
si è sfaldata
spappolandosi sulla bagnera.
Per questo la sera è così salata.
I pesci hanno le ghette
e vanno a un ballo che comincia alle sette.
Un cavallo si fa psicanalizzare
dal dottore
perché non riesce più a fare l’amore.
Una stella si è impantanata
in una cavedagna
e fa una lagna infernale
perché nessuno viene a cavarla via
e perché il freddo fa male.
Un tale piscia sotto una grondaia.
Il figlio della giornalaia
ha la tosse cattiva.
Io cerco la chiave che apriva il tuo cuore.
Non serve più, è arrugginita.
9.12.78
Lohengrin aveva un solo
e unico lettore delle sue opere
che abitava in una casa di campagna
vicino a Stettino.
Costui lo conosceva tanto bene
che spesso lo prendeva in castagna.
“Questo l’ha già detto dieci anni fa
a pagina settantuno
nel libro intitolato
nessuno pensi all’eternità.
Questa è una ripetizione
di cosa già scritta e letta
nella glossa perfetta
del Cinquantadue alla vita
del pittore Ligabue”.
Era una lagna a non finire
che lo faceva impazzire.
tanto che un bel giorno
Lohengrin decise di toglierlo d’intorno
e di farlo morire.
Si presentò a casa sua all’improvviso
suonò
e quando aprì la porta
lo strangolò.
10.12.78
Tutti i ritratti in cantina
e i muri vuoti.
oggi dipingerò la cucina
di bianco.
(da “Stilb” n. 1 gennaio-febbraio 1981)
Informazioni aggiuntive
- Tipologia di testo: antologie
- Testata: Poesia della metamorfosi. Antologia e proposte critiche a cura di Fabio Doplicher
- Editore: Quaderni di Stilb
- Anno di pubblicazione: 1982