Un testo (134/135/139)
Dalla finestra vede la stazione d’arrivo.
Scrive a sua madre
per dire che sta bene
e se ha trovato casa.
Arriverà poi con le valigie.
Cara mamma ho freddo portami
le coperte le maglie qua non c’è mai il sole
forse è arrivato l’inverno non si vede mai il sole.
Cammino cammino fra la neve.
Dimenticanza che avviene con estenuata tenerezza.
Malinconia malinconia e istinto dell’oblio.
Il muro è troppo alto, la
finestra chiusa.
Quell’uomo non dorme è ossessionato
dalla poesia. Mentre tutti
I buoni poeti adesso vivono all’addiaccio
circondati dall’amico lupo che morde
la coda. È sospettoso.
Purtroppo anche io sono un uomo mi vergogno
di dormire senza sonnifero e
appena una piuma si stacca subito cala nell’occhio
il velo d’Icaro…
Oh fiammeggianti pianure
col miele di tarassaco
rubato da piccole api a uno stormo che
vola via nel vento e un vento è di…
Le api fuggono dalle pianure dell’est
per venirmi ad aggredire alle spalle.
Mi vuoi lasciare senza speranza?
Prima di finire nel fango
voglio lasciarmi sbranare dai lupi.
Chi fugge non esiste
neanche fino a domani.
Occorre ormai dedicare molta attenzione al suono delle cose del mondo
più che al rumore del cuore.
Intanto Al riprende il suo volo.
Lasciai tutti i venti cadere
e che la vita anche la vita
– le nubi orribili i venti
cadono per poi ritornare –
lasciai anche la vita cadere.
L’immagine di Titanio priva di colore
pastosa tenera e vagante così carnosa
Miranda è una macchia molto più scura
con i crateri di desolazione e d’amore.
Dove sto se non c’è…
All’improvviso una città di ferro copre la pianura.
I mari le
acque i fiumi
hanno il volo dell’ombra. I tramonti
aspettano e…
Informazioni aggiuntive
- Tipologia di testo: poesie pubblicate in quotidiani o riviste
- Testata: I quaderni del Battello ebbro
- Anno di pubblicazione: n. 2, aprile 1989