Prefazione ad Anarkoressia
È impressionante la quantità di elementi problematici che Bugani raccoglie nelle sue pagine (in queste sue pagine la qualità mai disattesa) di aggressione, di masticazione furiosa della realtà, che cerca sempre di riversare, come un fiume adirato (tumultuoso) alla propria scrittura.
A me sembra, per quello che ho letto e che egli scrive, o cerca di individuare inserendosi dinamicamente incontenibile nella frattura micidiale del nostro tempo; mi sembra, dicevo, che egli intenda scrivere libri spietati; libri senza consolazione. Naturalmente altri (non molti) cercano di insinuarsi in questo precipitoso impegno, morsi dall’astio generoso verso gli equivoci del nostro tempo; c’è chi lo vuole, ripeto, ma senza raggiungere o toccare i vertici di questo spasimo in cui tende a collocarsi la propria lettura politica del proprio tempo; ma i risultati stentano a coinvolgere con la forza della convinzione i lettori (o il lettore); perché appunto quella spietatezza di lettura, è e resta anche sulle pagine soltanto rabbia, soltanto spietatezza di lettura del tempo e della volontà teorica di agire. Mente in Bugani (e in pochi alti) il contrasto con i massi di contraddizioni dilaceranti contemporanei suscitano che non viene conservato o catafratto, e concluso, fra le rigide di una pagina, o di un libro, ma tende a fare esplodere la propria informazione come una bomba di parole, lanciate via con inesorabile continuità sotto gli occhi del lettore, che così è destinato via via a diventare complice, convinto, nella rabbia e nella sua “consumazione”. Si esce, appunto, turbati (dico con convinzione, molto turbati) dalla sua lettura in genere, e dalla progressiva lettura delle sue pagine, che non ha nulla di forsennato, di travalicante oltre le righe; ma stringe e inviluppa, una volta avviata la lettura, in una struttura narrativa di indiscutibile rigore. Non imprigiona il lettore, ma lo trasporta verso il mare impetuoso della partecipazione convinta, del generoso e inevitabile impegno.
Dire: questo è e questo non si può accettare. Questo è e questo deve essere ribattuto e rimosso. Questo è e noi dobbiamo cercare, unirci e compiere tutto ciò che si deve per rimuoverlo, perché la nostra vita – una volta abbattuti i tralicci che ci imprigionano per la volontà subdola di altri possa riprendere il moto verso la libertà vera, verso una speranza vera di un progresso reale.
Il libro è dunque politico. Un libro di scansione politica senza nessuna sottrazione di riferimento e ha l’implacabilità di una disposizione totale. Se si arriva alla fine (e si deve avere la forza di farlo) si esce ulteriormente convinti (chi già lo era in proprio), e come travolti (ma non impauriti) da un ciclone di fatti e di riferimenti.
Ripeto: un libro politico, un libro vero, dal principio alla fine, nella sua scansione diretta.
Informazioni aggiuntive
- Tipologia di testo: prefazioni / postfazioni
- Testata: Anarkoressia, di Giuliano Bugani
- Editore: Bruno Alpini
- Anno di pubblicazione: 2012