La noia di Ulisse a Itaca
«Ma li dovevamo proprio uccidere i Proci?».
Le giornate lunghe infernali, la croce del dopo pranzo
con Penelope e Telemaco
che giocano a scacchi e lui Ulisse a mangiare uva nei campi.
«Non ho neanche il cane che è morto.
Chiamerò in tele stazione
Micene per invitare Agamennone
a un fine settimana qui
da sabato fino a martedì.
Sono sicuro che viene».
«Pronto, pronto, parla Ulisse, parla il re Ulisse da Itaca, io parlo con Micene?».
Agamennone non c’era.
Era andato a Parigi la sera prima con un volo dell’Hellas Airlines
per un dibattito al Beaubourg con Nestore ed Enea
sulla guerra di Troia
dato che ormai mezzo secolo era passato.
«Senti senti»
Ulisse è rimasto folgorato
«a me, Zeus cane, perché non mi hanno invitato?».
Passa il pomeriggio nella sala del tono a taroccare
su questo fatto
e a bere vino, a mangiare olive nere da un piatto (d’oro).
Poi alla sera nel telegiornale
eccolo lì Agamennone con la sua faccia di maiale
sorridente insieme a Nestore ed Enea
a sproloquiare sul cavallo di legno
tutti e tre fotografati coccolati intervistati.
Sono cose che fanno invecchiare
di cento anni, che fanno incazzare
e che uccidono anche un poco.
Perché allora non resta che la mano di briscola con
Telemaco davanti al fuoco e poi finire
a letto con Penelope (la vecchia signora
che russa e non ti lascia dormire).
P.s. per l’occasione:
Accende la candela sul tavolo,
fuma una sigaretta
e apre il pacchetto arrivato per espresso verso sera.
Tutto contento sfoglia il libro di Benni
che il manifesto gli ha inviato
perché ha sottoscritto un abbonamento.
Comincia a leggere e subito
si mette a sogghignare, a ridere sottovoce,
dice “ostia, questo Benni non è niente male”
a voce alta. E Nestore, Enea, Parigi, Agamennone
sono tutti buttati in un cestone.
Già dimenticati.
Amico è solo questo libro. Questo giornale.
«il manifesto», 11 novembre 1979
Informazioni aggiuntive
- Tipologia di testo: poesie pubblicate in quotidiani o riviste
- Testata: il manifesto
- Anno di pubblicazione: 11 novembre 1979