La struttura di «Girotondo»
Soggetto e oggetto di questo teatro in musica; anzi, per dire meglio, di questa musica in teatro, è il Girotondo di Arthur Schnitzler – liberamente trattato, manipolato, riscritto e un poco stravolto, dentro alla misura.
Dunque un testo teatrale che in dieci quadri (e qui, nell’opera presente, in nove) con dieci situazioni o stazioni d’amore fra due personaggi, è dedicato non a rappresentare ma a interpretare l’amore borghese (solo in apparenza sensuale e sfuggente e un poco pigro).
I personaggi sembrano muoversi con ironia dentro a un gioco leggero, fatuo, appena impolverato; mentre in realtà cominciano a essere toccati da un’ombra di morte. Un’ombra che raggela lentamente, con una straordinaria progressione, il gran vento della fantasia.
Mentre l’azione in generale sembra muoversi più come ritmo e sfolgorio verbale che come destrezza o sapienza del cuore, ogni scena è invece nel suo fondo proprio sotto il segno (un segno specifico) dei sentimenti. Tanto che in questo senso l’arco narrativo potrebbe conteggiarsi in questo modo:
– nella scena prima la tenerezza che si cerca
– nella seconda la malizia e la noia
– nella terza l’incertezza e il rigore sociale
– nella quarta quelli che si potrebbero chiamare i buoni sentimenti
– nella quinta l’equivoco e il denaro
– nella sesta il giuoco, l’inquietudine o la vanità che si perde
– nella settima due pazzie vitali e diverse
– nell’ottava la vanità che ritorna e l’ironia torbida e acuta della vecchiaia
– nella nona l’angoscia di morte, la tenerezza che è ancora cercata; e, insieme, mescolata dentro, la giovinezza che continua a giocare perché non ha tramonto.
Il bambino, la sua aria, stringono questi dati con una gioia un po’ furiosa, come se trattenesse tra i denti il filo di un grande aquilone alzato nel cielo.
Informazioni aggiuntive
- Tipologia di testo: prefazioni / postfazioni
- Testata: Girotondo
- Editore: Teatro Comunale di Firenze
- Anno di pubblicazione: 1982