Trenta poesie (Poesia della metamorfosi)

1. Ero molto deluso quel giorno e

mi bruciavo sul ferro.

 

2. Cummings dice che io porto il tuo cuore nel mio cuore.

 

3. Miles Davis alcuni anni fa in un palazzetto dello sport.

 

4. Nelle case allineate

i televisori sono accesi

le luci abbassate

le cucine riordinate

le persone congelate

con il braccio sul tavolo a guardare.

L’aria livida da cimitero.

Una luce fa il bianco e il nero.

 

5. Jim Morrison chiede prima di morire cosa hanno fatto alla terra? Voglio udire l’urlo della farfalla.

 

6. Non aveva egli pazienza.

Così ha scritto sull’ardesia

(pietra che brucia)

codesta frase giacobina:

la libertà si consuma

mentre la ditt. cammina. E

procede. Così come procede la vita…

Certo questa poesia è incompiuta.

La finirò domattina.

 

7. I pensieri di alcuni bambini.

 

8. Il racconto di Alcide Cervi quando comincia a dire: Questi sono dolori grandi, che offendono la vita.

 

9. L’ultima orazione di Castro sul Che.

 

10. Incollare le pagine tagliare le pagine. Spegnere il lume, abbassarlo. La notte può essere inverno. Seduto

davanti alla porta vedo sgozzare il maiale.

 

11. La pioggia taglia le mani e i capelli

io io io…

 

12a. Poiché non c’è l’occasione per un solo grande dolore

assumo mille rimedi e medico le ferite della speranza.

Lascio cadere i miei occhi sulla brace

e mi confronto con la spada del mondo.

 

12b. Un manovale che si è impiccato in carcere viene seppellito per pubblica carità.

 

13. Con mio padre non parlavo mai tranne qualche sera quando tornavamo tutti e due

dalla città.

 

14. Le parole dei poveri

nascere e camminare.

Il riso di un padrone chiude con violenza una porta.

 

15. Non dico le parole che amo dico solo le

parole che ricordo.

Un altro farà una strada più breve noi

 dobbiamo andare in salita.

 

16. Le ultime poesie di Hoelderlin Scardanelli: Lo spirito di Dedalo e della foresta è il tuo.

 

17. La ruota del mulino

la ruota del suo mulino

il falegname la pialla la

voce del mugnaio che batte il grembiale e chiama le anatre.

La colorazione della pianura è un giallo fradicio

un rosso gridato che

talvolta si perde nel verde nel nero vacuo nel nero grigio nero nero

nero sapiente e

prelude (non posso fare a meno di pensare che preluda) alla notte

 

18. Il futuro si apre ogni giorno e brucia la mano.

 

19. Parte da zero.

Le chiatte brulicano di luci mentre sul fiume adesso è caduto l’inverno.

Dove primo ottobre

staccava i rami con un sorriso e l’io errante di me

poteva lasciare orme non labili contrassegnando il percorso

occhi di cervo abbandonati sulla riva

guardano le voci di un altoparlante davanti al bar.

Qui ci sta un soldato che non ha meta e ride.

La forza taumaturgica elle maschere è grande se appena dieci minuti fa ho visto colombina passare in un treno per Basel.

 

20. Così un racconto ho cominciato qua con tre orsi (che ballano) di pelle nera

ballano vicino a un fuoco circonflesso da una luce rotta e lasciano impronte lasciano sulla neve orme di sangue

i bevitori d’acqua i bevitori di lacrime i bevitori di parole.

 

21. La prima parte si riferisce a un sentimento appena

accennato di disperazione e preannuncia qualcosa.

È come guardare un gatto negli occhi.

Nella seconda parte un uomo scocca i suoi dardi senza pensare al futuro che è troppo vicino e senza pensare al passato che è troppo lontano. Così.

Stretto fra i due muri di ieri e di oggi

l’uomo quest’uomo partecipa alla guerra dei mondi. È l’alba.

Il sonno di ognuno è spazzato via.

La pianura della città al mare si copre di polvere. I

cavalli fumano sciabolano l’aria volano

Oh la tranquilla ironia degli angeli nudi

che prendono il caffè

seduti sulle nuvole e si preparano allo spettacolo.

Due motociclette su un filo di

acciaio disteso salgono fin lassù portando notizie dalla terra.

 

22. Ma in generale il racconto è il racconto delle ceneri di un uomo portate da una città all’altra della pianura padana.

 

23. [segue]

 

24.Mandel’stam, Pilniak, Olesa, Babel o la signora Cvetàeva

guardano in silenzio camminano per la pianura

si avvicinano ascoltano parlano.

Raccolgono la neve.

 

25. La Polonia non è lontana è vicina.

Guarda attraverso i vetri.

Aspetta.

 

 26. Due capre si dissanguano

dentro l’ombra degli elicotteri.

Siamo ormai nel duemila

Non soffocherete più gli uomini, signori del fuoco!

Spartire le cose pescate è un atto di giustizia.

 

27. In questo stupendo intrico del vivere

c’è troppa tempesta poco tempo nessuna soddisfazione

mentre aggiungono la bellezza andata perduta

e io confesso che sono stato felice in qualche momento.

Le macchine volanti piegano gli alberi segati da una vecchia

tempesta

escono fra le foglie uomini di rame

e un ragazzo albino siede davanti alle pietre

accecato dalla luce.

 

28. Vivere ascoltare imparare

navigare su un fiume

partire partecipare ritornare

con sette cuori diversi.

 

29. Il potere è ancora potere soltanto.

La verità è difficile.

 

30. Allora anche voi

passate transitate transite

ma non disperdetevi.

Cercate ancora.

(Ripeto: accade più in un’ora che in cento anni).

 

 

(da “Stilb” n. 7 gennaio-febbraio 1982)

 

Informazioni aggiuntive

  • Tipologia di testo: antologie
  • Testata: Poesia della metamorfosi. Antologia e proposte critiche a cura di Fabio Doplicher
  • Editore: Quaderni di Stilb
  • Anno di pubblicazione: 1982
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