Trenta volte
(L. Venegoni – R. Roversi)
Ho chiuso l’uscio di casa
quando spuntava il giorno
nuvole basse intorno a me
Mentre partivo lontano
la vita era fatta di legno
le strade fiumi deserti per me
Finestre di vetro sbarrate
la gente rideva in casa
mentre guardava un’altra realtà
E a me che passavo e chiamavo
non rispondeva un cane
ero perduto nella città
Sono sicuro.
Trenta volte ci sono caduto ma ora
contro il muro non ci sto più.
Il futuro
è un amico che cerca di tirarmi su
Se l’uomo è germe di grano
serve per fare il pane
ma anche per guardare lontano
Se la memoria si perde
il cuore è sasso di pietra
e l’ombra nel verde si allungherà
C’è un uomo che tende la mano
al pane che splende o al grano
nel fuoco di ogni giorno che va
Così mai niente si ferma
la vita ritorna dall’ombra
e un nuovo giorno rinascerà
Sono sicuro.
Trenta volte ci sono caduto ma ora
contro il muro non ci sto più.
Il futuro
è un amico che cerca di tirarmi su
Nota
È il testo di una canzone con musica di L. Venegoni; cantata al Palasport di Torino in una serata rivolta a proporre ancora una volta il problema atroce incombente e sociale della droga. Questa canzone, insieme ad altre, è raccolta nel disco “Non ci sto più”, dedicato ad Andrea Bragagnolo, DJ, morto per overdose; e il cui ricavato delle vendite è a favore delle associazioni torinesi che operano quotidianamente per l’uscita dei tossicodipendenti dalla droga: Centro Torinese di Solidarietà/ Gruppo Abele/ Lenad.
Informazioni aggiuntive
- Tipologia di testo: testi di canzoni
- Anno: 1991
- Stato: incisa
- Album: Non ci sto più