Aber es haben zu singen
A Th.
E questo mio andare in Finlandia (dice)
in Russia in Svezia in Francia
in America in Italia poi
tornare a Berlino nel vecchio
capannone bombardato
e questo mio scrivere non della morte o della vita in
generale ma della morte e della vita in particolare
senza mai pentirmi degli errori e di vivere ogni giorno
e di poter ogni giorno morire un poco non scordandomi
mai di camminare
sul bordo di un vulcano seguendo
Empedocle
la sua ombra che dice impara dove striscia
il vento dove corre il fuoco e io guardo (dice) col sigaro
spento la tomba di Hegel dalla finestra di casa. Lì
vicino è il cimitero lì vicino passano i fiumi
ho cominciato cento volte cancellando riprendendo da
capo riformando i segni premendo le parole
dalle pozzanghere gli uccellini stridevano dentro le
nebbie gelate. Tutti sono in attesa. Anch’io (dice)
non dubitavo di ricominciare non ero felice nella
mia pazienza.
Ricordo la sera calare mentre pioveva
la numerosa pattuglia abbevera i cavalli sull’argine
silenziosi gli uomini si guardano fumando.
Ricordo che la donna è uscita a piedi.
Poi c’è la spada.
E così crescono i giorni, interrotti dai sogni.
Aber es haben
zu singen.
Qualche piccione sbadatamente è travolto
da un automobilista ubriaco
nessuno mi cercherà per la strada tu potresti anche
morire
animuccia mia solitaria color zafferano
allo stadio di Wembley
Senti senti come respira questa piccola parte del mondo.
È possibile avere malinconie allo stato attuale?
Poi la spada.
(Con una incisione di Enrico Della Torre)
Informazioni aggiuntive
- Tipologia di testo: poesie pubblicate in volume
- Testata: Amici
- Editore: Associazione Autori Contemporanei (150 copie numerate in numeri arabi e 100 in numeri romani)
- Anno di pubblicazione: 1998