Ilario Quirino, Le voci. I suoni. I colori

 

egli è là o è lì

con sentimenti inquieti

protagonista della propria storia

o di una storia

oppure della storia di tutti (per un momento).

ponendosi per un momento al centro del mondo da restaurare.

Ogni quadro sembra il

racconto gridato di una conquista felice

(dopo cruenta battaglia)

una conquista dopo la fatica

illumina il giorno

per conquistare un luogo

in cui assidersi per respirare la pace ritrovata

come una perla nell’oceano

della violenza o anche solo di un dolore negletto.

Il riposo di un guerriero di quotidiane battaglie

che però ha già una nuova arma in pugno

per altri viaggi e nuove affaticate giostre del cuore.

Col quadro dà (si dà) fuoco al giorno

per furia di capire

stimolo acuto di ferire

per ebbrezza di vedere

e per non rendere in cenere le speranze.

Non dipinge ma canta o

parla a voce alta raccontando

il mondo.

I colori sono onde del suo mare

che si incontrano si scontrano si sovrappongono

per tracciare infine (per designare)

il viaggio dell’uomo (di un uomo)

da polo a polo – attraversando la vita.

 

 

la foglia che scende

staccandosi appena dall’aria

con un sorriso (fremito) garbato e quando ha

raggiunto la libertà nel volo

con sorpresa e sorridente paura

si incendia avvampa si rotola nella luce

carpisce tutti i raggi possibili il

lume della luna (trasferendola in danza) il

riverbero di un fuoco contro il vetro di una finestra

in una casa nel bosco

o tutte le luci di un prato

(applausi e applausi fioccano

in questo spettacolo che scorre e si muove

e raccoglie danza danze di

colori che cantano

dentro a una neve mai caduta

mentre quella foglia ancora cade e cade

leggera senza implorare ma esaltando

poi all’improvviso strappando un frammento

di notte al giorno che si torce per questa splendida violenza

e mescolando luce e tramonto

e notte e alba improvvisa e

tutto sulla foglia si imprime

e diventa quadro

come fosse toccata dalla mano di un dio errante cantante irridente).

 

 

la foglia troverà il tempo per fermarsi

nel volo? (indugiando a speculare il mondo che si torce?)

prima di ardere intera

consumata da una leggerezza memorabile e

dalla fragranza dei suoi colori

che si rispecchiano su altre mille foglie immobili

in attesa

dell’evento del volo?

resta confuso il mondo se non c’è luce del buono mattino

se una foglia non conserva pur vagando nell’aria

o ferma nell’aria

il suo fulgore di antichi vulcani (accesi spenti) e

se poi discesa nel giardino della terra travagliata

non si accompagna a tutte le foglie cadute per formare

la danza nuova per un tramonto che deve ancora arrivare

o per un’alba appena esplosa e giovanissima ancora

 

 

si può essere felici in un mondo

così affollato di colori?

affollato di foglie (che tendono a cadere)?

affollato di suoni?

o il colore che si stabilisce deciso

nel cielo o in un giardino o su una città affollata

o dentro a un cuore

tutto trattiene dispone e stabilisce?

sottraendo la speranza

o la verità

al declino dell’uomo

o della speranza dell’uomo?

 

 

mi accorgo che così collocato

non potrei (non saprei) neanche inchinarmi

per raccogliere un sasso (o sassi)

e che la mia mano tende invece verso il colore del fuoco

un fuoco che s’alza (così a me pare)

non in pianura o su strade impervie su autostrada ma

nel folto di un bosco

dato che il verde (a me così pare) è carico è come esaltato

da tutti i colori verdi del bosco

(luogo di conturbante mistero).

è un verde che sembra acceso dal respiro, un alito,

del tempo. Degli anni.

Dove vive la memoria dei singoli umani che non si spegne.

questa pittura non si lascia sopraffare

proprio per la vitalità del suo segno

che leggo come un’esplosione ordinata

come un felice incontro (urto) con la natura ritrovata.

la leggo pure e la vedo

come il galoppo infuriato di un cavallo

sfuggito appena ai massacri di una lunga guerra

e adesso paziente e intrepido per riconquistare il sole.

 

partecipare alla libertà dell’uomo, di tutti.

 

(Alla digitalizzazione di questo articolo hanno collaborato Giacomo Baldi e Samuele Fantini Veneziano)

 

Informazioni aggiuntive

  • Tipologia di testo: poesie pubblicate in volume
  • Editore: Officine Tipografiche Aiello & Provenzano
  • Anno di pubblicazione: novembre 2005
Letto 3835 volte Ultima modifica il Martedì, 12 Aprile 2022 10:06